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Come cambia il carrello della spesa in America: surgelati e bevande
Dati aggiornati e prospettive sul mercato dei prodotti surgelati negli Stati Uniti
I consumatori americani sono diventati più esigenti, in particolare a New York dove la tendenza anti-conformista regna sovrana. Data la vasta offerta presente sul mercato, sempre più persone sono alla ricerca di prodotti originali che si distinguano dall’offerta di birra ordinaria (e che permettano al bevitore stesso di distinguersi). Non per nulla New York viene identificata come il luogo dove ogni idea puo avere successo, soprattutto se bizzarra. D’altra parte, la grande mela continua anche a mantenere il primato di città più cara in America e non invoglia quindi ad aprire un nuovo business di grande dimensioni.
Nel contesto precedentemente descritto, già da qualche anno vediamo una crescente apparizione di micro- e nano-birrerie sulla scena americana e mondiale. Come spiega Big Alice Brewing, le dimensioni limitate permettono infatti una grande flessibilità nella produzione. Ogni lotto può essere diverso dal precedente e il produttore puo riuscire a liberare la sua voglia di creatività e sperimentazione.
Gli amanti del luppolo si sono persino affidati al crowfunding, come dimostra il caso di Braven, il nuovo locale che ha aperto a Gennaio 2015 per vendere la propria birra artigianale a New York.
Il progetto dei due fondatori è riuscito a conquistare il cuore di molti americani che ormai da qualche decennio non vedevano l’apertura di una birreria a Bushwick, il quartiere di Brooklyn scelto da Braven come propria location.
Il danese Mikkel Borg Bjergso, invece, è uno dei mastri birrai più famosi al mondo nonstante non possieda un birrificio di sua proprietà. Quello che lui fa è pensare alla ricetta per poi farla produrre da birrifici esterni, con i quali instaura quindi una collaborazione per poter co-creare la birra da vendere poi nel proprio locale. Questo modo di lavorare, che Mikkel ha cominciato nel 2006, viene chiamato “gipsy brewing” (o “phantom brewing”) e permette di ottenere tantissima varietà: se in un anno, un normale birrificio artigianale può arrivare a produrre in media 20 birre diverse, un gipsy brewer può superare il centinaio. Il fratello gemello di Mikkel, Jeppe Jarnit-Bjergso, ha aperto nel 2010 un locale a Brooklyn dal nome Evil Twin per vendere birra a New York basandosi sulla stessa tecnica di produzione del fratello.
C’è un’altra tendenza che si sta diffondendo per riuscire a produrre e vendere birra a New York senza dover affrontare gli alti investimenti iniziali che l’acquisto di un impianto richiederebbe. Affittando per qualche ora l’impianto di birrifici già affermato per produrre qualche bottiglia e cominciare così un’attività di vendita che permetta di raccogliere i primi guadagni, e piano piano arrivare a mettere da parte le risorse finanziarie necessarie per avviare un birrificio indipendente.
Questi modelli di business che ExportUSA ha identificato nell’industria della birra a New York possono trovare applicazione in molti altri settori, e non fanno altro che confermare la presenza di un’importante spinta innovativa e imprenditoriale sia nella città di New York che nel resto degli Stati Uniti.
Dati aggiornati e prospettive sul mercato dei prodotti surgelati negli Stati Uniti